Pensieri di carta – L’embossing

Ci sono dei periodi dell’anno in cui la voglia di inventare, creare o anche più semplicemente di rinnovare rifiorisce; per me, tipicamente e sistematicamente, questo avviene durante la stagione natalizia e in primavera!

Che si tratti di giardinaggio oppure di rallegrare gli ambienti della casa con qualche tocco primaverile qua e là, o anche semplicemente di allestire il balcone, come ogni anno, con tavolo e sedie per concedermi qualche momento di relax in compagnia di un buon libro e una bevanda rinfrescante, complice anche il fatto di vivere in campagna non posso fare a meno di percepire e recepire tutta l’energia che promana dal risveglio della natura.

Così osservo, penso, annoto, immagino e progetto a velocità doppia… e il mio amato handmade non può che trarne giovamento!

Non potevo quindi trattenermi dal realizzare una card a tema primaverile e approfittare dell’occasione per aggiungere un altro piccolo tassello in materia di cardmaking e, più in generale, di scrapbooking. Oggi infatti parliamo di paper EMBOSSING, o GOFFRATURA della carta, avventurandoci in quello che in un precedente post ho definito “materiale di completamento”.

Si tratta di una tecnica di creazione di immagini, scritte e disegni in rilievo che altera la superficie della carta, determinando un effetto tridimensionale. Il procedimento a freddo prevede l’utilizzo di due fustelle, una rialzata e l’altra incassata, realizzate in modo tale che l’una si incastri nell’altra: così, quando la carta viene inserita tra i due supporti, la pressione esercitata dalla fustella a rilievo spinge la carta stessa nella fustella incassata creando l’impronta goffrata sulla superficie.

A livello professionale, i metalli più utilizzati per la costruzione degli stampi sono zinco, magnesio, rame e ottone e, “udite, udite” di recente, mettendo in ordine alcuni cassetti, mi sono ritrovata tra le mani dei vecchi stampi in ottone! Credo di averli acquistati una ventina di anni fa, quando ancora la Big shot e le altre fustellatrici ad uso domestico non esistevano.

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Servendomi di una lavagnetta luminosa per vedere bene in controluce la sagoma dello stampo e utilizzando un pennino di metallo dalla punta stondata, procedevo piano piano a goffrare la carta, un lavoretto che richiedeva molto tempo e tanta pazienza e, a ripensarci adesso, sembrano passate ere geologiche!! (Foto 1-2-3)

Oggi con Big shot & company e l’utilizzo delle fustelle per embossing, la goffratura può essere realizzata in pochi attimi, con un risultato molto più preciso. (Foto 4-5-6-7)

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Un’altra tecnica per ottenere un effetto tridimensionale è quella dell’embossing a caldo, a partire da una timbratura iniziale. (Foto 8)

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Utilizzando inchiostri ad asciugatura lenta e polveri ad hoc che aderiscono alla timbratura, è possibile ottenerne il rilievo con il calore di un embosser. (Foto 9-10-11-12)

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In commercio esistono sia polveri trasparenti, che una volta scaldate, lasciano affiorare il colore dell’inchiostro utilizzato per il timbro, sia polveri colorate e glitterate da utilizzare preferibilmente con inchiostro trasparente perché, in questo caso, il colore finale sarà proprio quello della polvere.

Anche con l’embossing a caldo l’esecuzione è rapida e il prodotto finale molto accurato. (Foto 13)

In questa card di primavera, ho utilizzato entrambe le tecniche in un assemblaggio molto semplice e di facile riproduzione. (Foto 14)

Cosa aggiungere ancora: buona creatività a tutti!

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