A Firenze e dintorni, gironzolando fra le librerie indipendenti e di quartiere – La Libreria Florida, 72 anni di attività e non sentirli!

Chi abita da quelle parti già lo sa, chi avrà occasione di capitarvi lo capirà subito.
La piccola Libreria Florida di Via Corridoni, a pochi passi da Piazza Dalmazia, 25mila libri in 28 mq, non è “solo” una delle librerie indipendenti più longeve di Firenze e punto di riferimento culturale fondamentale per il quartiere di Rifredi; è un felice connubio di cortesia, competenza e passione che invita volentieri a trattenersi, molto meno ad accomiatarsi. Difficile uscirne senza avvertire l’impellente desiderio di leggere.
Una piacevolissima chiacchierata con i coniugi Alessandro Sapuppo ed Elisa Lippi, titolari della libreria, mi ha permesso di conoscere la storia di questo piccolo grande spazio culturale.
Come ha avuto inizio l’avventura della Florida?
ELISA – Il negozio è stato aperto nel 1953, nel giardino di casa di mia nonna che è stata la prima a lavorarci. All’epoca il quartiere era decisamente popolare, a vocazione operaia: qui sorgevano la Galileo, la Manetti & Roberts, la Superpila, intorno c’era la campagna.
La vita sociale era molto diversa, non esistevano centri commerciali e nei negozi si poteva trovare un po’ di tutto. Il nostro era un esercizio vecchio stile, con un bancone su un lato da dietro il quale venivano serviti i clienti, ed era al tempo stesso libreria, cartoleria e profumeria.
ALESSANDRO – Alla nonna di Elisa è poi subentrata la mamma. Io sono arrivato negli anni ‘90, quasi per caso, all’epoca facevo un altro mestiere. Sono entrato ed ho pensato “Bello questo posto, non ne uscirei più” ed è andata proprio così!
Quindi voi siete la terza generazione…
ALESSANDRO – Sì, e una volta prese le redini abbiamo deciso di eliminare la cartoleria puntando interamente sui libri, non solo per ragioni di spazio ma anche perché, nel frattempo, il volto del quartiere si stava trasformando, i tempi stavano cambiando e anche il lavoro del libraio ha cominciato a richiedere una professionalità sempre maggiore. E devo dire che la nostra scelta è stata premiata.
ELISA – Comunque capitano ancora persone più anziane che, ricordandosi del negozio ai tempi della mia mamma, entrano per chiederci un quaderno o della cancelleria e si sorprendono di non trovarla! La nostra clientela abbraccia diverse generazioni ed è bello vedere entrare adulti che in passato venivano, ancora bambini, con i loro genitori.
Com’è cambiata nel tempo la vostra proposta di libri?
ALESSANDRO – Fondamentalmente il principio da cui partiamo è che il libro deve piacere a chi lo legge. Detto questo, la nostra proposta si è certamente modificata nel tempo, in funzione del mercato, di ciò che viene scritto. Alcuni libri letti vent’anni fa adesso possono risultare datati, altri reggono meglio la prova del tempo e, pur non diventando dei classici, noi continuiamo a proporli.
ELISA – Poi non si tratta solo di intercettare la domanda ma anche di fare un’offerta appropriata e presentare una proposta che ci caratterizzi. Ci sono libri ad esempio che abbiamo deciso di non tenere, altri che terremo sempre. Nessuna libreria è in grado di avere l’intero catalogo, occorre fare necessariamente una selezione e sono proprio queste scelte che ci caratterizzano e creano la cosiddetta bibliodiversità, differenziando una libreria dall’altra. Noi tendiamo a consigliare autori meno omologati, con caratteristiche interessanti di scrittura.
Dopo così tanti anni, immagino conosciate benissimo la vostra clientela…
ELISA – Ti racconto una piccola curiosità. In occasione dell’uscita del primo libro di Nicoletta Verna, la invitai per autografare le copie del suo romanzo, poi le chiesi delle dediche speciali per alcune clienti. “Ma te le hanno chieste loro?” mi domandò. “No, ma io so che questo libro va bene per loro”. Lei ne rimase molto colpita e qualche tempo dopo ha incontrato per caso una di queste nostre clienti che le ha detto “Lei mi ha fatto una dedica senza sapere che era per me!” Questa è la cosa bella del nostro mestiere e anche una prerogativa fondamentale del nostro lavoro, che si affina sempre più nel tempo. La nostra sfida è trovare, come diceva un autore, il libro giusto per te anche se tu ne ignori ancora l’esistenza.
ALESSANDRO – Quello che nel tempo abbiamo provato a fare è creare una sorta di libreria su misura, né più né meno come una sartoria che cuce un vestito addosso, a seconda della persona e del momento.
E con i clienti occasionali?
ELISA – C’è sempre qualche segnale, qualche informazione che ci aiuta a capire quale potrebbe essere la lettura adatta per quella determinata persona. Certo, a tutto c’è un limite! Tempo fa entrò in negozio una signora “Mi hanno detto che voi consigliate i libri, anche solo con poche indicazioni riuscite a trovare quello giusto.”
“Beh, ci proviamo…”
“Ecco, la mia amica è dell’Acquario!!”
Librai sì, astrologi ancora no!!
Riuscite a consigliare un libro anche per chi non è un lettore?
ALESSANDRO – Ci sono libri anche per chi non legge. Non c’è nessuno per il quale non si possa trovare un libro adatto. In Italia manca in generale un approccio positivo alla lettura, ad iniziare da i libri letti a scuola per costrizione e non per scelta. Il libro deve essere un piacere non un compito. Di solito si dice che leggere fa bene. No, leggere deve innanzitutto far stare bene.
Vi capita mai il contrario, che sia un vostro cliente a consigliarvi una lettura?
ELISA – Certamente! Noi leggiamo ciò che è umanamente possibile, quindi ascoltiamo sempre con interesse i suggerimenti dei nostri clienti, soprattutto se sono dei forti lettori.
Siete coinvolti in tantissime attività, ad iniziare dal vostro Book Club attivo ormai da molti anni, per continuare con le presentazioni di libri ed autori e con la vostra partecipazione ad iniziative come il Firenze Books, Testo, Le piazze dei libri, per citarne alcune. Quanto è importante per la vostra attività fare rete con le realtà culturali del territorio, ad iniziare dalle altre librerie indipendenti?
ELISA – Secondo noi è fondamentale e ci crediamo molto proprio dal punto di vista etico e sociale. Fra le nostre proposte che hanno coinvolto altre librerie indipendenti, ad esempio, c’è stata quella di adattare alla realtà fiorentina la tradizione spagnola della rosa per la festa di San Jordi, replicandola con l’omaggio dell’iris in occasione della giornata Mondiale del Libro, il 23 aprile. Facciamo del nostro meglio per rispondere agli stimoli che vengono dalle politiche culturali della città ed essere sempre presenti con un libro dove si parla di libri.
Credo che in generale i lettori, abbiano un’idea romantica non solo dello scrittore ma anche del libraio, dimenticando che questo lavoro è sì sostenuto da una grande passione, ma che la vostra è innanzitutto un’attività commerciale. Quanto volte capita di sentir dire “Ah, vorrei tanto aprire una libreria…” Per finire, che consigli vi sentite di dare a chi culla un simile sogno?
ALESSANDRO – Qualche anno fa, al Salone del Libro di Torino, abbiamo partecipato ad un dibattito con Marco Zapparoli, editore della Marcos y Marcos, e con la Libreria Therese di Torino. Il format era “Come aprire una libreria e vivere quasi felici” e ci erano state chieste argomentazioni a favore e contro.
Cosa non fare? Beh, per prima cosa aprire una libreria!!
Più seriamente, è importante non pensare che aprire una libreria sia un sogno che si realizza, perché l’obiettivo non è aprirla ma riuscire a viverci. Altra cosa da non fare mai e poi mai è trattare il lettore con sufficienza. Ancora, non metterti nelle mani del tuo peggior concorrente, Amazon, per ricevere subito un ordine: il valore aggiunto di un libraio non è la velocità nel procurare un libro ma capire di cosa ha bisogno il cliente.
Cosa invece fare assolutamente?
ELISA – Scegliere sempre i libri che si tengono in libreria. A catalogo ci sono circa 600.000 titoli e ogni anno ci sono 60.000 novità. La scelta del catalogo è essenziale perché è ciò che caratterizzerà la tua libreria. Altra cosa in cui crediamo molto è rispettare la filiera del libro. Un libro non è fatto solo da chi lo scrive e chi lo legge, ci sono professionisti nel mezzo che fanno in modo che il libro possa venir realizzato nel miglior modo possibile. L’editore, l’editor, il promotore, la distribuzione, tutti hanno importanza, e tutti dobbiamo lavorare nella stessa direzione.
ALESSANDRO – Altra cosa, ahimè non scontata, è pagare sempre le persone che lavorano con noi. È proprio una questione morale, io che sono imprenditore posso anche non guadagnare, fa parte del mio rischio d’impresa, ma chi lavora per me deve essere pagato. Inoltre sono convinto che le persone lavorano meglio se vengono gratificate, economicamente e lavorativamente.
Ultimo consiglio, ma non meno importante, fai ciò che ti senti di fare: alla fine sei una libreria indipendente!


