Lorenzo Licalzi – Io no (2001)

Sarò sincera, la lettura della quarta di copertina non mi aveva incuriosita più di tanto: due fratelli molto diversi, con concezioni della vita agli antipodi ma con un legame profondo che va al di là di tutto, intrecci amorosi “sovrapposti, sfasati, ricambiati, nascosti” (cit.), il viaggio fuori e dentro di sé come filo conduttore a tenere insieme il tutto.

Insomma, temevo che mi sarei trovata di fronte a qualcosa, per così dire, di “già letto”, un po’ scontato, un romanzo piacevole certo, ma niente di più. La vostra segnalazione però non poteva esimermi dalla sua lettura.

Al contrario Io no è riuscito a catturarmi dalla prima pagina del prologo, tenendomi incollata fino all’ultima. Complice il racconto a più voci che ci presenta gli eventi da quattro diverse angolature, con un taglio quasi cinematografico (ndr nel 2003 il romanzo è diventato anche un film sotto la regia di Ricky Tognazzi e Simona Izzo) la narrazione scorre veloce in un alternarsi di sentimenti ed emozioni che conducono al riso e altrettanto velocemente alla commozione.

E se gli eventi possono risultare in parte prevedibili, non lo è il tratteggio dei personaggi, della loro psicologia, del loro travaglio interiore, uno su tutti Francesco: come non rimanere affascinati da questo giovane un po’ sconclusionato, dal suo disincanto, dalla sua inquietudine e persino dalla sua ironia?

Sicuramente quello del viaggio è un tema ricorrente nella letteratura, anche senza scomodare Omero, ma Licalzi, ce lo ripropone con grande abilità nelle sue diverse sfaccettature: ricerca, fuga, scoperta…

Poi il tema dei rapporti umani: la famiglia, l’amore, i legami che imprigionano, quelli che rendono liberi.

Difficile non emozionarsi, difficile non ritrovarsi almeno un po’ in questo romanzo leggero e al tempo stesso così intenso.